Le malattie epatiche croniche sono spesso silenziose, senza sintomi evidenti fino a stadi avanzati: patologie come la steatosi epatica non alcolica (NAFLD/MASLD), le epatiti virali, la cirrosi e il carcinoma epatocellulare colpiscono milioni di persone nel mondo.
Con il sostegno di chi sceglie di credere nella scienza, possiamo sviluppare strumenti diagnostici precoci, terapie innovative e strategie di prevenzione per migliorare davvero la vita dei pazienti.
Una delle forme più comuni di malattie al fegato è la steatosi epatica non alcolica (NAFLD/MASLD), caratterizzata da un accumulo di grasso nel fegato. Se non intercettata in tempo, può evolvere in fibrosi, cirrosi e persino in tumore.
Le epatiti virali B e C, invece, sono infezioni croniche che, se trascurate, possono causare insufficienza epatica e aumentare il rischio oncologico.
La cirrosi, spesso accompagnata da ipertensione portale, indica uno stadio in cui il fegato non riesce più a svolgere correttamente le sue funzioni vitali.
Il quadro più grave è rappresentato dal carcinoma epatocellulare (HCC), una forma di tumore primitivo che purtroppo viene spesso individuata troppo tardi per poter intervenire con efficacia.
Al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico lavoriamo per intercettare precocemente le patologie epatiche, grazie all’identificazione di biomarcatori innovativi. Ogni giorno ci impegniamo per sviluppare terapie personalizzate, capaci di offrire nuove prospettive di sopravvivenza e una migliore qualità della vita. Allo stesso tempo, promuoviamo strategie di prevenzione mirate, con l’obiettivo di ridurre l’incidenza di queste malattie nella popolazione.
Nel nostro Policlinico, i progetti si concentrano su:
- Diagnosi precoce, grazie a biomarcatori genetici e molecolari.
- Terapie personalizzate, che migliorano la sopravvivenza e la qualità della vita.
- Nuovi farmaci e tecnologie, validati tramite sperimentazioni cliniche internazionali.
- Prevenzione e sensibilizzazione, anche attraverso iniziative come Run for Liver, per promuovere stili di vita sani.
Luca, 68 anni, aveva una forma avanzata di steatosi epatica. I medici temevano l’evoluzione in cirrosi e la necessità di un trapianto. Ma grazie a uno studio clinico condotto nel nostro Policlinico, ha avuto accesso a una nuova terapia sperimentale. Oggi la sua malattia è sotto controllo e ha ritrovato energia e qualità di vita. È una delle tante storie che ci spingono a fare sempre di più.
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