La musica è un linguaggio universale, capace di andare oltre le parole, favorire il dialogo e comunicare emozioni profonde. Su questi principi si fonda la musicoterapia, uno strumento di supporto versatile e prezioso, adatto a molteplici situazioni e patologie.
All’interno della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, la musicoterapia si inserisce nel più ampio progetto di cura del paziente nell’unità dei suoi bisogni materiali e spirituali e, al tempo stesso, è al servizio degli operatori che svolgono il delicato compito di prendersi cura dell’altro.
Attraverso l’ascolto o la partecipazione musicale, la musicoterapia aiuta a migliorare la comunicazione e l’umore, gestendo le emozioni e intervenendo su specifici parametri fisiologici. È particolarmente efficace in situazioni di stress, ansia, dolore, difficoltà emotive, e in percorsi di riabilitazione.
Promossi dalla Direzione Clinica della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico ogni quarto giovedì del mese, i concerti nella hall coinvolgono musicisti volontari e allietano pazienti e personale medico. I musicisti invitati eseguono brani di generi diversi prima nella hall e poi nei reparti, dove incontrano i pazienti e i loro familiari. Prevedono inoltre una replica per il personale che svolge la sua attività lontano dal contatto diretto con il pubblico.
- Emodinamica: offriamo un supporto dedicato ai pazienti sottoposti a procedure invasive, come coronarografie e angioplastiche, per aiutarli a ridurre ansia e stress. Questo intervento avviene in stretta collaborazione con il team medico, garantendo un approccio integrato e attento alle esigenze di ciascuno.
- Day Hospital Oncoematologia e Radioterapia – Subintensiva Cardiologica: la musica dal vivo, adattata alle necessità dei pazienti, crea un’atmosfera rilassante e accogliente. Grazie alla possibilità di partecipazione attiva, favorisce il rilassamento, allevia lo stress e migliora l’umore, rendendo più serene sia l’attesa che le terapie.
- Neurologia: interventi mirati e personalizzati sono rivolti ai pazienti della Stroke Unit e del reparto di Neurologia, con l’obiettivo di offrire un supporto concreto durante la fase acuta del ricovero, aiutando a gestire emozioni e difficoltà.
- Hospice: la musica diventa un linguaggio non verbale prezioso per pazienti e familiari, accompagnandoli delicatamente nell’espressione delle emozioni e nell’affrontare il dolore con profondità e sensibilità.
- Oncologia: l’attesa che precede la somministrazione della chemioterapia è connotata da elevati livelli di ansia. La musica, usata secondo opportuni accorgimenti e nel rispetto delle procedure, permette di alleggerire lo stato di preoccupazione o di distrarre dalle terapie in corso. Poiché le terapie antitumorali – erogate all’interno del policlinico universitario in regime SSN – possono durare fino a otto ore, i pazienti hanno a disposizione una piccola biblioteca e un servizio di musicoterapia con nove cuffie collegate a dispositivi per la riproduzione di file musicali.
- Sostegno al personale sanitario: anche chi si prende cura degli altri ha bisogno di essere sostenuto. Per questo, organizziamo momenti di musicoterapia dedicati al personale sanitario, per prevenire il burnout e promuovere il benessere psicofisico sul luogo di lavoro.
- Incontri individuali di musicoterapia: presso i reparti di Ematologia e di Oncologia, i musicoterapisti offrono incontri individuali settimanali, dopo aver ottenuto il consenso del paziente e con le dovute accortezze di profilassi igienica. La musicoterapia, in questi casi, è uno strumento importante per sostenere i pazienti nel loro percorso di malattia così altalenante e doloroso, favorendone la compliance al progetto di cura che li riguarda, in collaborazione con il personale.
- Prevenire la demenza senile: la prevenzione della demenza senile nell’anziano fragile è uno degli obiettivi attualmente all’attenzione della sanità nazionale, anche per gli elevati costi sociali ed economici che questa sindrome comporta. L’attivazione di alcuni processi propri della musicoterapia può rallentare il processo di degenerazione neurologica e mettere in moto le risorse alternative. In questo caso, il progetto è realizzato in collaborazione con la Fondazione Alberto Sordi presso il Centro per la Salute dell’Anziano (CESA).
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